13 apr 2017

Il Bokashi

Il Bokashi, in lingua Giapponese "tutto dentro" rappresenta il modo migliore per "degradare" i resti di scarto della frazione umido della famiglia. Sembra assurdo che in Italia non conosciamo ancora questa tecnica, e che affidiamo i nostri rifiuti umidi all'amministrazione locale, per poi acquistare terriccio (di qualità dubbia) dai garden center...
Il Bokashi si ottiene miscelando i microrganismi EM al rifiuto solido umido (di qualsiasi tipo, basta che non sia troppo liquido, ad esempio il latte o succhi di frutta). I microrganismi sono in grado di "degradare" tutto (in alcuni siti si parla perfino dei materiali plastici... non posso confermare questa affermazione, in quanto presumo che comunque i tempi siano piuttosto lunghi per una esperienza diretta).
Ad ogni modo il prodotto finale del bokashi è una poltiglia di materiale di varia natura che assume un aspetto omogeneo, non molto dissimile a quello originale: è solo con l'interramento di questa massa di materiale che si ottiene, dopo poche settimane (ne bastano tre) un terriccio altamente ricco di microrganismi del terreno, anaerobici, micorrize in grado di costituire da subito un rapporto diretto con le radici delle piante da giardino e da orto. In generale, quanto di più naturale e simile a quello che avviene in natura: in effetti i microrganismi non possono essere definiti fertilizzanti o insetticidi, anche se svolgono queste funzioni in uno stato il più naturale possibile. Essi sono in grado, semplicemente, di velocizzare i naturali processi di interazione tra piante e suolo.

NOTA: Alla fine del post è presente un video informativo creato interamente da me.

Utilizzare i microrganismi è come mettere il "turbo" alla natura, ai processi naturali che avverrebbero comunque in un ambiente lasciato a sè stesso, anche se in tempi più lunghi.
Quando parlo di "degradazione" infatti non intendo uno stato "peggiorativo" della situazione, come il termine lascerebbe ad intendere, ma semplicemente una "scomposizione" degli elementi in composti più semplici, che quindi vengono "degradati" ad uno stato inferiore per opera dei batteri, che in questo modo li rendono disponibili alle piante. Queste non sono in grado di "approfittare" delle sostanze organiche contenute nei "materiali" tali e quali a come li vediamo nella loro interezza, per essere utilizzate dalle piante hanno sempre bisogno dell'aiuto dei batteri per essere "decomposte" ed essere quindi "digerite".

Gli scarti di cucina da questo punto di vista rappresentano la forma più completa di "scorta" di vitamine, minerali e microelementi, di cui una pianta possa avere bisogno durante il proprio ciclo di vita, anche se non dobbiamo mai dimenticare che sono le piante stesse le principali produttrici di questi composti: una pianta può essere lasciata a sè stessa, magari in un campo dimenticato da Dio (intendo un campo isolato da tutto e da tutti) e comunque essere in grado di procurarsi tutti gli elementi micro e macro di cui ha bisogno.... Sconvolgente.... Come dire che potrei vivere in un deserto senza nessun apporto esterno. A parte gli ovvi problemi di rifornimento idrico, che possono comunque trarre dall'atmosfera, le piante sono in grado di estrarre nutrimento da qualsiasi ambiente e convertire certe sostanze in qualcosa di totalmente diverso a livello micro molecolare, alterando probabilmente la composizione chimica di certi elementi e convertendoli in altre composizioni chimiche.... Stanno studiando la composizione dei minerali, rivelandone la struttura fisica, che sembra essere legata a strutture ben delineate, ripetitive, matematiche e geometriche, a differenza della materia organica, che risulterebbe essere molto più "elastica" e variabile a livello molecolare.

Credo (sempre da profano) che questa sia la chiave del fenomeno: le piante sono in grado di convertire queste sostanze (attraverso i microrganismi del terreno che si legano alle loro radici) e convertirli in altre sostanze a loro utili.

Nel terreno esistono delle reti di comunicazione (le ife, dei sistemi di inter-comunicazione grandi come interi continenti) che mettono in comunicazione diversi ecosistemi come boschi o foreste e sono in grado di veicolare il transito di sostanze ed informazioni di varia natura, indispensabili e responsabili di reazioni chimico-fisiche nel mondo vegetale.

Siamo solo agli albori di queste ricerche. Mentre scrivo queste poche righe, molti ricercatori si stanno sicuramente ingegnando per dimostrare queste tesi e renderle note al mondo. Il mondo ha sempre avuto bisogno di prove concrete di questi fatti, ma la cosa essenziale rimane sempre quella di cominciare a praticare questi metodi naturali: la moltiplicazione batterica è un fatto, e oggi per la prima volta abbiamo la facoltà di sperimentarla in agricoltura e nella vita di ogni giorno. Dobbiamo solo superare questa pigrizia mentale e tutti i nostri antecedenti culturali erronei e fasulli per entrare appieno in questa nuova / vecchia frontiera della vita e del mondo vegetale. Dobbiamo comprendere ed ammettere totalmente la nostra dipendenza dal mondo vegetale, capire che la nostra esistenza è legata indissolubilmente a questo livello.
Dobbiamo scendere un gradino dal piedistallo su cui ci siamo posizionati per lasciare posto ad un ordine superiore in quanto ad efficienza e funzionalità. Dobbiamo infine essere più umili, se vorremo sopravvivere: dobbiamo scavare e trovare le nostre radici vere, che non sono quelle della razza, o della civiltà, ma sono quelle del mondo naturale, della materia, dell'essere, delle emozioni e delle "reazioni", della compatibilità o dell'impossibilità a "continuare" ad esistere su questo mondo....

Come sempre, preso dall'enfasi, mi allontano dall'argomento... ma poi ritorno ad esso ogni volta che sbuccio una banana, o una mela, o che butto un pezzo di pane (peccato già condannato dalle vecchie tradizioni arcaiche in cui buttare il cibo era peccato...). I microrganismi ci insegnano questo, che nulla deve essere sprecato, che tutto ha uno scopo ed una funzione, se viene opportunamente scomposto può essere riutilizzato ed assumere nuove forme. Qualcosa di simile al concetto moderno del "non buttare nulla", è meglio riutilizzare...
La scienza oggi ci apre gli occhi, purtroppo non in tutto il mondo... Vi invito ad andare a vedere i video dove si vedono i bambini di una scuola elementare Australiana, credo, che vengono educati a smaltire i rifiuti della propria mensa scolastica con il metodo del Bokashi, e poi ogni bambino a turno, una volta al mese, interra il proprio secchio di Bokashi e pianta un albero nell'orto della scuola, e impara una lezione che gli rimarrà impressa per tutta la vita: questo bambino non ha imparato la poesia del Leopardi a memoria, certo...

La poesia in ultima analisi ci insegna quanto l'uomo possa essere cattivo, quanto male possiamo fare a noi stessi e agli altri, certo, quanto bello sia contemplare un bel paesaggio, certo, quanto le emozioni possano essere "struggenti"...
Il bambino che interra il Bokashi ci insegna che non siamo altro che un anello della catena, e che siamo legati a questo pianeta indissolubilmente, anche se cercano di convincerci che presto sarà tutto finito e che dovremo cercare nuovi mondi (oltrestellari?) per vivere (magari riservati a pochi eletti multimiliardari....).
Cito un proverbio degli Indiani d'America: "se avveleni il fiume, il fiume ti avvelenerà".

Il paradiso (e qui mi spingo oltre) affonda le sue radici nel nostro mondo (il paradiso "terrestre"), e se non altro è una copia abbellita di come doveva essere il mondo milioni di anni fa...

Il bambino che interra il Bokashi mette la sua piccola, piccolissima, infinitesimale pietra nella costruzione di quel piccolo paradiso. Il ritorno all'Eden.
Ognuno metta la propria pietra, nessuno si senta escluso: seminiamo, piantiamo, ricicliamo, bonifichiamo ed infine GODIAMO.

Vi lascioinfine un video dal canale Youtube di Idea Fertile su come produrre il Bokashi attraverso i Microrganismi EM:




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